La domanda di Consulenza in Italia
di Tonino Pencarelli, Professore ordinario di Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi di Urbino e Linda Gabbianelli, Dott.ssa e Ricercatrice in Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi di Urbino
La conoscenza, oltre ad aver ormai assunto un ruolo primario nell’ambito delle strategie competitive delle imprese operanti in tutti i settori economici, ha manifestato più esplicitamente gli effetti della sua centralità strategica soprattutto nei settori ad elevato contenuto di conoscenza.
Tale assunto trova conferma nella gamma e nelle modalità di erogazione dei servizi offerti dalle società di management consulting: la creazione e la condivisione di conoscenza sono ormai divenuti fattori chiave di trasferimento di valore al cliente.
Le imprese si rivolgono a professionisti al fine di ottenere consigli e pareri, per lo studio e l’elaborazione di piani e progetti ed il relativo supporto alla loro realizzazione, per il monitoraggio della qualità del processo e la valutazione dei risultati nonché per la formazione professionale.
I professionisti della consulenza di gestione di oggi possono essere invitati ad aiutare le imprese relativamente a qualsiasi tipo di problema di gestione e dimensione dell’organizzazione. Se si verificano nuovi problemi e si identificano nuove esigenze, è più che certo che un consulente di gestione immediatamente intraprenderà uno sforzo particolare per diventare un esperto in un nuovo campo.
Alle radici della crisi d’impresa durante la recessione
di Massimo Ciambotti, Professore ordinario di Economia aziendale presso l’Università degli Studi di Urbino
L’indagine si propone di identificare i principali fattori che hanno contribuito alla crisi delle Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane durante la recessione economica globale.
L’obiettivo è quello di verificare se i sintomi della crisi d’impresa fossero già presenti nel triennio 2006-2008, che precede l’anno 2009, contraddistinto dalla caduta del PIL italiano e dalle pesanti ripercussioni della crisi finanziaria globale sull’economia reale.
Sono state analizzate 1.429 PMI con un fatturato annuo compreso tra 1mln e 50mln nel triennio 2006-2008, che hanno avviato una procedura fallimentare, oppure un concordato preventivo o accordo di ristrutturazione dei debiti (procedure di salvaguardia della continuità), o lo scioglimento e/o liquidazione nel periodo 2009-2016.
La regressione logistica binomiale e multinomiale ha consentito l’identificazione delle variabili che hanno contributo positivamente o negativamente all’avvio delle procedure di crisi. I risultati mostrano chiaramente che la dimensione e l’età d’impresa sono variabili chiave, in grado di influenzare la capacità di fronteggiare la crisi aziendale. Infatti, le imprese più grandi e più longeve hanno avviato concordati preventivi o accordi di ristrutturazione dei debiti, strumenti giuridici a tutela della continuità aziendale. Probabilmente, queste imprese sono riuscite, al crescere della dimensione e dell’età, ad accumulare risorse strategiche uniche ed inimitabili, fondamentali per superare la crisi.
Download
Per scaricare i report completi delle indagini La domanda di consulenza in Italia di T.Pencarelli e L.Gabbianelli e Alle radici della crisi d’impresa durante la recessione di M.Ciambotti compila il form accanto e ti sarà inviata la documentazione.
E’ necessario inserire un indirizzo di posta valido e di cui si possiede l’accesso.