ADEGUATI ASSETTI e CARO ENERGIA: 2 STRUMENTI PER GESTIRE LA LIQUIDITA



In un mondo caratterizzato da così tante complessità, dalla crisi energetica alla guerra, dalla carenza all’aumento del prezzo delle materie prime e fino alle difficoltà della catena logistica, lo Stato ha introdotto un nuovo obbligo a carico delle imprese.

In tanti si chiedono se il tempismo sia giusto o se, invece, non faccia altro che appesantire il nostro tessuto fatto principalmente di piccole e medie imprese, oggi più che mai preoccupate di arrivare a fine mese, piuttosto che preoccuparsi di rispettare i nuovi obblighi imposti dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza!
Ma a ben guardare, le novità introdotte dal nuovo codice della crisi di impresa, entrato in vigore nel marzo 2019, coincidono con le regole del buon governo dell’impresa: il DOVERE per l’imprenditore di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della
rilevazione tempestiva della crisi e della perdita della continuità aziendale.

Ma cosa significa adeguare i propri assetti organizzativo, amministrativo e contabile? E perché le imprese dovrebbero sostenere ulteriori costi per doverlo fare?

In un momento storico così complesso, una riflessione profonda ci piace farla, proprio per evitare che le difficoltà contingenti appannino la visuale dell’imprenditore, completamente occupato a gestire queste senza avere più uno sguardo all’orizzonte, che guardi avanti. Istituire adeguati assetti è davvero soltanto un costo aggiuntivo per
l’impresa? o rappresenta forse anche un’opportunità di crescita e di creazione di valore?

L’introduzione del nuovo obbligo normativo richiede implicitamente all’imprenditore una propensione al cambiamento, che gli consente di cogliere le nuove sfide del presente per trasformarle in OPPORTUNITÀ DI CRESCITA in futuro.

Vediamo nel concreto quali sono le opportunità derivanti dall’istituzione di adeguati assetti.
Innanzitutto, un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato richiede l’esistenza di un adeguato sistema di controllo interno, rappresentato dall’insieme di procedure, regole e strutture che permettono all’azienda di gestire tutti i rischi che l’impresa corre nella propensione al raggiungimento dei propri obiettivi. Individuare, valutare, monitorare e misurare i fatti di gestione significa, per l’imprenditore, possedere una visione di medio-lungo periodo, dove è chiaro chi siamo oggi e chi vogliamo diventare domani. Significa definire degli obiettivi e la strada per raggiungerli.
E possedere un adeguato sistema di controllo interno consente anche di gestire il rischio liquidità. Ossia consente di individuare e misurare i flussi di cassa consuntivi e preventivi, allo scopo di anticipare tensioni o eccessi di liquidità nei mesi a venire.

Il rendiconto finanziario è il I° strumento che non manca mai nelle aziende con assetti adeguati, perché consente di analizzare i flussi di cassa consuntivi , cioè misura come varia la liquidità aziendale – ossia cassa e depositi – durante l’anno. Ci dice, in sostanza, quali sono:
– Le disponibilità liquide prodotte assorbite dall’attività operativa e come le abbiamo impiegate o coperte;
– La capacità dell’impresa di far fronte agli impegni finanziari a breve termine;
– La capacità dell’impresa di autofinanziarsi e sostenere, così, gli investimenti;
Lo stesso strumento, se basato sul bilancio preventivo, ossia dell’anno a venire, prende il nome di preventivo finanziario e ci permette di fare previsioni e analisi dei flussi di cassa preventivi. Il grande vantaggio di questo II° strumento è quello di permettere all’imprenditore di valutare se l’azienda disporrà, nei mesi a venire, di denaro sufficiente
per continuare a operare senza entrare in crisi per carenza di liquidità.

Utilizzandolo costantemente è possibile:
conoscere in modo anticipato l’andamento finanziario dell’azienda nel breve periodo;
capire se si sta generando “cassa” o aumentando l’indebitamento.
E’ fondamentale, oggi più che mai, avere una fotografia su dove proviene la liquidità e come è stata spesa in un determinato periodo, oltreché la stima di afflussi e deflussi di cassa derivanti dalle spese per investimenti futuri.

Ecco il modo di diffondere in azienda una maggiore consapevolezza delle opportunità e minacce future.

Questi 2 strumenti, il rendiconto finanziario e il preventivo finanziario, rappresentano il primo baluardo contro la crisi d’impresa, perché consentono di rilevare eventuali attività di gestione non realizzate o non coerenti con gli obiettivi aziendali.
Non dimentichiamoci poi che i Tribunali italiani giudicano non adeguati gli assetti se, tra gli altri:
• non esiste un sistema di gestione e monitoraggio dei principali rischi aziendali”;
• manca il preventivo finanziario;
• non vengono utilizzati gli strumenti di natura previsionale, come il bilancio preventivo;
• non sono presenti gli strumenti di reporting;
• manca il piano industriale”.
Dunque, implementando degli adeguati assetti, l’imprenditore prende due piccioni con una fava: si mette al riparo da eventuali responsabilità rispettando l’obbligo normativo.