Tribunale Unitario dei Brevetti: rivoluzione europea per proteggere il valore aziendale


Il Brevetto Europeo ad effetto unitario è diventato finalmente realtà. L’obiettivo è quello di rendere più competitive le invenzioni europee. A causa dei costi di traduzione i costi di un brevetto in Europa potevano essere fino a 10 volte più cari che negli USA. Lo strumento è particolarmente utile per le PMI europee più innovative. L’idea è nata 45 anni fa ed è ora realtà. Gli imprenditori apprezzeranno questo regalo, specie ora in tempi di crisi.

Il Tribunale Unificato per i Brevetti ha il compito di dirimere le liti e le controversie che hanno ad oggetto i brevetti a livello europeo; esso partirà dal 01 aprile 2023. La data è ora messa nero su bianco dal Comitato Tecnico che, con la scelta dei giudici, ne ha curato l’implementazione, dopo quasi 10 anni dalla sottoscrizione iniziale da parte degli Stati aderenti.

Cosa cambia? Il brevetto europeo sarà, a partire dall’aprile 2023, efficace contemporaneamente in tutti e 25 gli Stati dell’Unione Europea aderenti al nuovo sistema, ossia Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Polonia, Malta, Cipro, Grecia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Portogallo, Austria, Romania, Bulgaria, Ungheria, Irlanda.

Provvedimento di portata storica, se si considera che ora la protezione del brevetto avverrà contemporaneamente in tutti i paesi e sarà uniforme, ossia decisa con un solo procedimento, da un Unico Tribunale, la cui sentenza avrà effetto in tutti i Paesi aderenti.

Addio, dunque, alla disciplina dei brevetti europei classici, che pur prevedendo un unico deposito davanti all’Ufficio europeo dei brevetti, a Monaco di Baviera, necessitano poi di convalide nazionali nei paesi in cui si vuole ottenere l’esclusiva, con buona pace per la moltiplicazione dei costi scaturenti da azioni giudiziarie separate e per il rischio di pronunce discordanti tra i vari Tribunali nazionali.

Le aziende titolari di brevetti dovranno, dunque, decidere nei prossimi mesi se aderire al nuovo sistema oppure sfruttare il periodo transitorio di 7 anni, detto anche optout, in cui scegliere se optare per le Corti nazionali o per il Tribunale per il Brevetto unitario europeo. Ma solo in quest’ultimo caso potranno, con una sola causa e un unico investimento in termini di spese legali, far valere la sentenza cross border, ossia in tutta l’area dei Paesi aderenti. Dunque, il brevetto unitario non si sostituirà ma semplicemente si affiancherà alla tutela brevettuale oggi esistente a livello nazionale e a livello europeo.

Ma quanto costa iscrivere un brevetto al Tribunale Unificato per i Brevetti? Non più del costo corrispondente a 2 procedimenti portati avanti in parallelo in 2 giurisdizioni diverse. Così la registrazione di un brevetto europeo per la durata di 10 anni, periodo di durata ragionevole di una invenzione, costa poco meno di 28.000 euro, ossia circa 2.800 euro l’anno.

Se si considera che, nel 2021, l’Italia rappresentava il secondo Paese UE per numero di brevetti europei coinvolti in giudizio, con 200 liti, seconda solo alla Germania con 700, e davanti a  Francia e Olanda, la novità sembra essere di sicuro interesse per quelle aziende che necessitano di proteggere il contenuto della propria invenzione su larga scala.

Per ora il Tribunale Unitario del brevetto partirà con 2 sedi centrali, una a Monaco e l’altra a Parigi, ma Milano si è candidata per ospitare la terza Corte centrale, quella per le cause farmaceutiche, dopo la cancellazione di Londra a seguito della Brexit. Per ora, le deleghe di questa terza Corte sono ripartite tra Monaco e Berlino.

In sintesi, dopo la concessione il titolare del brevetto potrebbe optare per:

– un brevetto europeo tradizionale, con singole convalide (eventuali traduzioni e nomina di un rappresentante nazionale) in ciascuno stato di interesse tra i 38 raggiungibili con la procedura europea;
– un brevetto unitario, automaticamente valido senza convalide nei 25 paesi che hanno aderito alla cooperazione rafforzata;
– un brevetto ibrido, costituito da un brevetto unitario e in aggiunta convalide nei singoli stati di interesse tra i 13 Paesi che non hanno aderito alla cooperazione rafforzata oppure non fanno parte dell’Unione Europea.

Vogliamo allora chiudere la riflessione dicendo che 2.800 euro l’anno corrispondono ai consumi di carburante dell’auto aziendale di un dirigente. Per cui a volte può convenire programmare qualche trasferta in meno, specie in tempi di riunioni virtuali, e scommettere qualcosa in più in ricerca e sviluppo, che danno alle imprese una prospettiva di più ampio respiro e una visione più strategica, oltre che operativa. Perché, non scordiamolo,

“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”. (Charles Darwin).